Altri otto giorni di cammino verso Santiago de Compostela…
Giorno 88: Ventosa – Grañon. Lasciamo alle 6.50 l’ottimo albergue di Ventosa, fuori è ancora buio. Partiamo con la poca luce che la luna ci dà e così camminiamo per mezz’ora circa, fino a che non esce il sole. La prima cittadina da superare oggi è Najera, a 11 km dalla partenza. Non è molto bella, quindi ci fermiamo solo per riposarci i piedi, dopodiché ripartiamo. Altri 7 km fino ad Azofra ed un’altra pausa ristoratrice. Ripartiamo carichi verso Cirueña, quella che doveva essere la nostra meta di oggi. Qui mangiamo un panino e riposiamo ancora; oggi camminiamo veloce ma facciamo pause importanti. Questo posto non ci piace molto, inoltre è presto quindi decidiamo di proseguire. Nella nostra testa c’è Grañon, un piccolo paese a circa 13 km da qui che ci fu consigliato a Valpromaro il nostro quinto giorno di cammino, da Luca, l’Hospitalero che ce lo descrisse come un posto magico. Quindi continuiamo per altri 6 km fino a Santo Domingo de la Calzada, camminando su strade sterrate dritte che finiscono sull’orizzonte, immersi in infiniti campi dorati: un paesaggio monotono ma molto affascinante. Arriviamo alla cittadella e facciamo un’altra pausa, ne abbiamo bisogno, siamo a 31 km e ce ne mancano altri 7 a Grañon. Alla fine ci arriviamo e questa sarà la tappa più lunga di tutto il cammino, ma non la più faticosa…piccole soddisfazioni. A Grañon alloggiamo all’albergue DONATIVO gestito dagli Hospitaleros Voluntarios. Peccato, perché l’esperienza non è stata così speciale come ce la aspettavamo.

L’alba sulle vigne della Rioja
Giorno 89: Grañon – Villambistia. Dopo una sveglia non proprio felice a causa della confusione degli altri pellegrini quando ancora dormivamo, partiamo alla volta di Villambistia. La tappa di oggi non offre nulla di particolare, camminiamo quasi sempre di fianco alla trafficatissima strada nazionale. Dopo circa 16 km e 4 villaggi attraversati arriviamo a Belorado, dove sostiamo per una pausa, e dove abbiamo finalmente l’occasione di assaggiare una tortillas spagnola (buona!). Siamo nella piazza principale ed è domenica, c’è una bella vita e un bel movimento; gli spagnoli ci piacciono, sono un popolo simpatico e molto simile a noi italiani. Per noi ormai tutti i giorni sono uguali, non esitono lunedì o domeniche, ma ci piace vedere le persone del luogo che si godono un giorno di festa. Alla nostra meta mancano solo 7 km circa, che facciamo velocemente sotto il sole cocente di questi giorni. Arriviamo all’albergue dove la simpatica e gentilissima signora che lo gestisce ci accoglie con un bel sorriso. Passeremo qui una bella serata in compagnia di altri pellegrini: due danesi, tre svedesi e due spagnoli.

Piazza di Belorado
Giorno 90: Villambistia – Atapuerca. Oggi è il novantesimo giorno di cammino, soltanto uno più di ieri, ma siamo soddisfatti di questo traguardo. Partiamo tardi, siamo gli ultimi a lasciare l’albergue, anche perché molti partono col buio, camminando con una lampadina sulla testa. La tappa di oggi è una tappa semplice, come del resto tutte le tappe spagnole fatte fino adesso. In 5 km superiamo due paesi e da Villafranca Monte de Oca cominciamo a salire per camminare in mezzo ai boschi di querce e poi abeti, ma anche ai moltissimi pellegrini. Per 13 km non troviamo centri abitati, fino a San Juan de Ortega. Qui facciamo una breve pausa ed abbiamo modo d’incontrare molti pellegrini visti nei giorni scorsi. Ci mancano soltanto 6 km ad Atapuerca: ne facciamo 4 e arriviamo ad Agés dove pranziamo, ed anche qui incontriamo pellegrini visti nei giorni passati. Incontriamo anche un ragazzo svizzero che già avevamo visto ma col quale non avevamo mai parlato; anche lui è partito da casa sua (Zurigo) con il suo zaino, ed è diretto a Santiago de Compostela. Ci salutiamo, sicuri che ci rincontreremo per poter parlare più a fondo dei nostri viaggi. Facciamo gli ultimi 2 km ed arriviamo ad Atapuerca, un piccolo paese famoso per i suoi ritrovamenti preistorici.

I numerosi pellegrini, con Agés sullo sfondo
Giorno 91: Atapuerca – Burgos. La tappa di oggi è corta, quindi stamattina partiamo con molta calma, una calma tale che duriamo quasi fatica a camminare. Da Atapuerca saliamo subito verso la splendida montagnola dalla quale possiamo ammirare quello che ci aspetta nei prossimi giorni: chilometri e chilometri di pianura, le famose Mesetas. Scendiamo a valle e attraversiamo tre villaggi prima di arrivare al piccolo aeroporto di Burgos, che dobbiamo costeggiare per un bel po’ in una camminata veramente noiosa e soleggiata. Arrivati alla periferia, decidiamo di prendere la variante lungo fiume, sotto consiglio di un signore del posto che passava di lì in bici. Dopo poco incontriamo altri tre signori del posto che fanno la loro passeggiata mattutina e che con aria fiera ci dicono che oggi hanno già percorso 18 km. Camminiamo insieme a loro per quindici minuti e ci spiegano anche come fare ad arrivare all’albergue che dista da qui 7 km, poi li lasciamo andare, il loro passo è veloce. Proseguiamo lungo fiume, sulla piacevole passeggiata dove molti abitanti della città vengono a camminare, correre o in bicicletta, quindi un posto bello e vitale. A 2 km dall’arrivo incontriamo un altro passeggiatore del posto con cui camminiamo praticamente fino all’albergue; gli fa piacere accompagnarci e noi lo ringraziamo perché da soli ci avremmo messo un po’ per trovarlo. Entriamo in città con facilità e felici: siamo stati fortunati ad aver incontrato persone così gentili. All’albergue l’ospitalera è Marie Noëlle, una signora veramente adatta a fare il suo “lavoro”, che svolge sempre con il sorriso in faccia; non da meno è la sua aiutante, un’amica che gli è venuta in aiuto per due settimane. Nell’albergue siamo soltanto sei pellegrini, sembra quasi di essere a casa…questi posti sono per noi una manna dal cielo.

La Cattedrale di Burgos
Giorno 92: Burgos – Hontanas. Salutiamo con affetto le due ospitalere e ci mettiamo in cammino. Percorriamo 5 km per uscire da Burgos, nei quali possiamo ammirare l’ordine e le numerose aree verdi che la rendono una città paragonabile alle città del nord Europa. Altri 6 km per arrivare a Tarjados, che non ci entusiasmano molto. Da qui cominciano le cosidette Mesetas, luoghi monotoni ma altrettanto belli: si tratta di infinite pianure (siamo comunque sugli 800 m di altitudine) coltivate a grano, pianure di cui non si vede la fine. Camminare qui sarà dura ma affascinante; questo paesaggio ci accompagnerà fino a Leon, per circa 250 km. Qui incontriamo anche Barbara, una signora di Parigi conosciuta a Grañon, con la quale ogni tanto condividiamo il nostro cammino. È simpatica e vivace, ha 70 anni ed è partita da Le Puy en Velay, storica partenza francese, quindi ha camminato fino ad ora per circa 1000 km. Ci viene la geniale idea di cantarle la canzone “Ultreia”, una canzone francese che abbiamo imparato con molto impegno lungo il nostro cammino; lei, davvero contenta ci ringrazia, e da ora in poi ogni volta che ci vede ed è con altre persone ci chiede di ricantarla…siccome le vogliamo bene non possiamo dirle di no, quindi con un pizzico di imbarazzo intoniamo il nostro duetto. Arriviamo a Hornillos del Camino, pranziamo e ripartiamo in direzione San Bol, che doveva essere la nostra meta. Purtroppo l’albergue ha soltanto 12 posti ed è al completo, quindi dopo 28 km ne dobbiamo fare altri 5, che dopo una breve pausa non pesano più di tanto. Arriviamo a Hontanas non molto presto, il tempo di una doccia, cena e poi a letto.

Iniziano le Mesetas subito dopo Burgos
Giorno 93: Hontanas – Ospitale San Nicolas. Alzarsi stamattina è dura, dopo la faticosa giornata di ieri oggi siamo a velocità ridotta. Partiamo tardi, ma per fortuna camminiamo bene, anche se non abbiamo voglia di fare una lunga distanza oggi. Poco prima di Castrojeriz incontriamo Barbara che è con altre persone; fa fermare tutti e ci aspetta, chiedendoci di ripetere il piccolo spettacolo del giorno prima. Non possiamo rifiutare, cosi si forma una piccola folla tutt’intorno ad ascoltarci. Proseguiamo ed arriviamo a Castrojeriz, un bel paese alle pendici di una montagnola. Per attraversare la sua lunga via centrale ci mettiamo molto, ogni panchina è nostra. Oggi andiamo lenti e assaporiamo ogni attimo. Dopo il paese facciamo l’ultima vera salita, infatti da qui non ne incontreremo altre fino a Leon. Da quassù possiamo ammirare un bellissimo panorama. Manca poco alla meta di oggi, forse è per questo che da qui fino all’arrivo acceleriamo il passo. Vogliamo alloggiare all’Ospitale di San Nicolas de Puente Fitero. Questo albergue è una chiesa che è stata completamente restaurata dalla Confraternita di San Jacopo di Perugia. Veniamo accolti dagli ospitaleri, tutti italiani, con una vera accoglienza calorosa all’italiana. Ci sentiamo a casa qui, dopo tre mesi la nostalgia si fa sentire. Passiamo veramente una bella serata, con il rituale della lavanda dei piedi, la cena a lume di candela (qui non esiste elettricità), con lo spettacolo di qualche pellegrino che dopo cena suona la chitarra e l’aria che respiriamo è veramente italiana…siamo felici!

Castrojeriz e il suo castello
Giorno 94: Ospitale San Nicolas – Villalcazar de Sirga. Dopo la cena a lume di candela facciamo anche la colazione a lume di candela, con tutti i pellegrini e gli ospitaleri. Anche il saluto prima di partire è molto emozionante, con un cerchio formato davanti all’ingresso della chiesa-albergue da tutti i presenti uniti per la mano e un abbraccio finale…questo posto ci è piaciuto proprio. Iniziamo la lunga tappa di oggi. Cominciamo a percorrere le lunghe, dritte e noiose strade che caratterizzano questi posti; pensiamo spesso alla Pianura Padana, il nostro primo tratto simile a questo, soltanto un più verde, ricco di risaie e non di campi di grano, anche se qui, a parte qualche lieve curva, le strade sono linee rette che durano chilometri. I 6 km iniziali li camminiamo insieme a una coppia di Benevento, conosciuta la sera prima all’albergue. Loro hanno iniziato il cammino a Pamplona, perché avevano il timore di non farcela a finire il cammino, per la mancanza di tempo. La tappa di oggi non è bellissima, ma sono proprio i posti come questi, dove fuori è tutto uguale e monotono, che ti costringono a guardarti dentro…e sono anche un buon esercizio per accrescere la pazienza.

L’imponente chiesa nel piccolo paese di Villalcazar de Sirga
Giorno 95: Villacalzar de Sirga – Calzadilla de la Cueza. Partiamo che il sole non è ancora sorto e non ricordiamo di aver mai sentito un freddo così da quando siamo partiti; pensiamo che non manca molto all’autunno, anche se la gente del posto dice che il caldo di questi giorni è anomalo. Facciamo i primi 6 km lungo la strada nazionale, e li facciamo tutti infreddoliti. Arrivati a Carrion de los Condes, il sole comincia a far capolino e con lui pian piano cominciamo a riconoscere le temperature a cui ci ha abituati. Sembra quasi di essere nel deserto: l’escursione termica tra notte e giorno è impressionante. Da qui alla nostra meta mancano circa 17 km, 17 km lunghissimi, tutti percorsi su una strada dritta, con intorno a noi solo campi di grano dorati (grano ovviamente già raccolto) e il solito sole sulle nostre teste…una cosa mai vista prima. Arriviamo a Calzadilla de la Cueza, un piccolo paese che vive grazie al cammino. Qui rincontriamo vecchie conoscenze, una di loro è Fernando, il brasiliano che abbiamo conosciuto a Grañon e con cui abbiamo condiviso altre serate durante il nostro cammino. Sta facendo il Cammino insieme a suo nipote. Per noi Fernando è una di quelle persone da cui dobbiamo imparare qualcosa, emana un’energia buona e calma. Ogni volta che ci vediamo ci salutiamo come fossimo vecchi amici. Oggi ha organizzato un corso di yoga nel giardino dell’albergue e uno spettacolo di clown, le sue due più grandi passioni, che hanno avuto anche un grande successo di pubblico. Chiudiamo la serata con una cena semplice tutti insieme, con anche altri pellegrini.

La strada tra Carion de los Condes e Calzadilla de la Cueza
Altri otto giorni di cammino, dalla Rioja alla Castilla y Leon, dalle colline con i vigneti alla pianura con sterminati campi di grano. Diciamo che siamo entrati nel ritmo del Cammino di Santiago: anche se trafficato da molta gente, abbiamo la fortuna di poter conoscere persone che ci possono insegnare qualcosa. La Rioja è una regione collinare dove possiamo vedere dei bei paesaggi, la Castilla y Leon, dopo Burgos, è caratterizzata da altopiani che si susseguono, l’uno dopo l’altro. Paesaggi molto diversi, ma ognuno con un suo perché. Precisamente dopo Castrojeriz comincia la pianura, una pianura che non dà possibilità al Cammino di curvare più di tanto. Qui per la maggior parte del tempo vediamo campi di grano, niente affascina la vista, ma sono posti come questi che affascinano l’anima.
Marco & Chiara