È il 10 agosto 2019 ed è l’ora di rimetterci in cammino per un nuovo Pellegrinaggio. Stavolta la meta è Roma, seguiremo la Via Francigena per arrivarci e, zaino in spalla, il punto di partenza è sempre quello che piace a noi…Casa! La prima tappa prevede 22 km camminati dal Fiano a Gambassi Terme. Quest’ultimo è un luogo ormai a noi caro, poiché da quando abbiamo conosciuto l’Ostello Sigerico nel nostro cammino Tavarnelle-Santiago, siamo rimasti in contatto con le persone che lo gestiscono, davvero in gamba, e abbiamo anche avuto la bella possibilità di aiutarli qualche volta a servire la cena ai pellegrini. Partire da casa a piedi non è come farlo su un mezzo, ci allontaniamo dal nostro nido in maniera lenta, come potremmo fare per una qualsiasi passeggiata, ma questa volta la mente e la meta vanno oltre le colline che abbiamo davanti ai nostri occhi, lasciandosi dietro l’apparente tranquillità della casa. Chiusa la porta, percorriamo strade di campo e non, che abbiamo letteralmente dietro casa e che non conoscevamo prima. Questa, di tutto il tragitto, è l’unica tappa che abbiamo dovuto arrangiare per conto nostro, ma fortunatamente siamo riusciti a evitare l’asfalto sulla gran parte del percorso, che si è rivelato sorprendentemente entusiasmante! Fa un gran caldo, soprattutto a Certaldo, sia per l’orario in cui ci arriviamo, sia per il fatto di essere in una conca, il sole batte forte sulle nostre teste. Non ci facciamo abbattere e, dopo la pausa pranzo, ripartiamo per un bel tratto di strada sterrata che ci porterà, ormai a pochi km da Gambassi, sulla Via Francigena. Dopo sei ore di cammino, arriviamo all’Ostello Sigerico, presso la Pieve di Santa Maria a Chianni, neanche un chilometro fuori dal paese; è sempre un piacere rincontrare i nostri amici e respirare l’aria di quel chiostro magico, con i pellegrini che, seppur di passaggio, sono rilassati e in cerca di pace dopo le fatiche del cammino.

La mattina seguente ci mettiamo in cammino prima delle 8. Fa già caldo e la tappa sarà molto lunga, perché abbiamo deciso di non sostare a San Gimignano che si trova a soli 16 km da Gambassi, ma di proseguire per Gracciano (Colle Val d’Elsa). Questa decisione è data da vari motivi: primo fra tutti, vorremmo arrivare a Roma in 14 giorni in modo da poterci fermare là una notte, questioni di tempistica insomma. Un altro motivo è che noi San Gimignano la conosciamo già, dato che non abitiamo così lontano, quindi non vale per noi neanche la motivazione “turistica”, che per gli altri pellegrini, giustamente, vale. Pensiamo che 35 km li facciamo senza problemi, non è mica la prima volta…però forse non abbiamo ben considerato che è il secondo giorno di cammino. Infatti, complice il caldo asfissiante (è forse il giorno più caldo di tutto il pellegrinaggio), sarà piuttosto dura. Il primo tratto che ci conduce nella famosa cittadella dalle mille torri è molto bello: attraversiamo il borghetto e l’Abbazia di Pancole, per poi sostare a fare una pausa alla Pieve di Cellole, altro luogo ameno che siamo contenti di visitare. A San Gimignano ci fermiamo a riposare e mangiare qualcosa, poi ripartiamo e il caldo ci metterà davvero a dura prova. Inoltre non è che si trovino in questo tratto molte fonti d’acqua, mentre noi ne berremmo a fiumi! Ciò che è strano, e che forse non ci permette di entrare da subito nella modalità “cammino”, è vedere ancora abbastanza vicine le colline di casa nostra…che molto lentamente si allontanano. Abbiamo bisogno di svariate soste prima di arrivare a Gracciano; a Chiara, superati i 30 km, iniziano i dolori ai piedi ed è come se non arrivassimo mai. Quasi sull’ora del tramonto giungiamo alla Parrocchia di San Marziale, dove il parroco ci accoglie portandoci in macchina (Marco è triste per questo) ad una struttura della parrocchia che si trova a circa 1 km da lì. Se non fosse stato così tardi è molto probabile che ci saremmo andati con i nostri piedi, e poi non vogliamo contrariare il prete che ci fa la gentilezza di darci un letto quindi, date le circostanze, ce lo facciamo andar bene così! Il tempo per rilassarsi non è molto, è già tardi, quindi doccia, cena e poi diretti a letto. 

La vista di San Gimignano poco dopo Gambassi Terme

Tappe corte ma lunghe

Stamattina ripartiamo e raggiungiamo Gracciano, dove siamo arrivati la sera prima e dove passa la Francigena. È lunedì mattina, 12 agosto, in paese non c’è anima viva e nemmeno un locale aperto dove poter mangiare qualcosa! Partiamo quindi non presto, con la stanchezza del giorno precedente, ancora con un gran caldo, senza colazione…convinti di arrivare oggi a Siena, come ci eravamo proposti per arrivare a Roma più tranquilli, percorrendo pure oggi 35 km. Il tragitto è molto piacevole, si passano paesini dove il tempo sembra essersi fermato, come Scarna, Strove, Abbadia Isola. Ci avviciniamo a Monteriggioni ed iniziamo a vederla spiccare sul suo poggetto. A mano a mano che avanziamo Chiara cammina sempre più lentamente, poiché ha dolore ai piedi dal giorno prima. Addirittura, l’ultimo tratto decidiamo di farlo su asfalto, anziché prenderla larga e seguire il sentiero che, seppur di sicuro più piacevole, l’avrebbe allungata di un paio di km. Dopo la ripida salita che conduce all’interno delle mura di Monteriggioni ci chiediamo se sia davvero il caso di proseguire per ancora 20 km, ma data la condizione sofferente di Chiara e l’ora ormai troppo avanzata, decidiamo di fermarci qui, dopo soli 13 km. L’ostello è nella piazzetta della cittadella, struttura parrocchiale di accoglienza pellegrina potenzialmente carina ma non gestita al meglio e soprattutto molto cara per i servizi che offre. Ci facciamo la doccia, Chiara si riposa un po’ e Marco va a correre per mantenere l’allenamento. Poi stiamo un’oretta a rilassarci nel giardino dell’ostello. Per cena scendiamo al paese basso con una coppia di ragazzi di Macerata, Elisa e Maurizio, che dormono all’ostello con noi. Si frequentano da pochi giorni e hanno deciso di tentare un tratto di Francigena insieme, molto coraggiosi e anche molto simpatici, passiamo una serata interessante!

Giardino dell’accoglienza pellegrina a Monteriggioni

Ed eccoci arrivare alla prima città che attraverseremo sulla Via Francigena: Siena. Anche Siena è una città non molto distante da casa nostra e che quindi conosciamo abbastanza bene. Però ha tutto un altro sapore arrivarci a piedi da versanti e strade che non sapevamo esistere. Siamo convinti che dopo Siena per noi inizi un altro cammino, ci lasciamo casa alle spalle una volta per tutte. Oggi saranno 20 km e anche oggi partiamo senza colazione, ma volutamente dato che sappiamo che troveremo presto un punto di ristoro: La Villa da Marcello, una gestione familiare che ristora i pellegrini con un donativo. Ci godiamo gli ultimi boschetti perché sappiamo che da domani la brulla campagna senese impererà attorno a noi, per varie giornate di cammino. L’arrivo a Siena lo percorriamo molto su asfalto. Mentre i piccoli paesi non turistici che abbiamo attraversato finora erano l’anima di un caldo agosto dove tutti sono al mare, Siena proprio in questi giorni vive i momenti di massimo fremito di tutto l’anno. Sono infatti in corso i preparativi per il grande evento tutto senese, che è il Palio. In questi giorni c’è l’assegnazione del cavallo per ogni contrada e la gente del posto è molto esaltata e la città è frizzante. Raggiungiamo l’Ostello vicinissimo al Duomo e, dopo una doccia, usciamo per cenare insieme a Flip, un ragazzo olandese di 24 anni partito da Lucca e intenzionato ad arrivare a Roma, che prova un sincero amore verso l’Italia e tutto ciò che è italiano. Non ha mai studiato l’italiano, ma è molto in gamba e riesce a fare e capire discorsi su vari argomenti, così passiamo una piacevole serata.

Il bellissimo Duomo di Siena

Oggi è il quinto giorno di cammino, ci muoviamo con molta calma, tanto da partire alle 10. Dobbiamo percorrere circa 27 km per arrivare a Ponte d’Arbia. Siena questa mattina sembra una città fantasma, eppure non è presto e non riusciamo a spiegarci il perché. Ma appena ci avviciniamo a Piazza del Campo tutto ci è più chiaro…si sta svolgendo la prova generale e migliaia di persone sono accalcate nella piazza e nelle viuzze che vi accedono per assistere a questo grande evento. Lasciamo tutto questo fervore alle nostre spalle e lentamente lasciamo la città. Passiamo Isola d’Arbia, dove incontriamo Andrea, un signore di Castelnuovo Berardenga che, partito da casa col figlio Francesco, vuole arrivare a Roma e proprio qui la sua strada di casa si è ricongiunta alla Via Francigena. Poi saliamo sulle colline senesi della Val d’Arbia, costeggiamo Monteroni e su questo dolce saliscendi entriamo sempre più nel calmo temperamento che inevitabilmente vien camminando, e che invece è impossibile da mantenere nella vita “normale”. Appena arrivati a Ponte d’Arbia, dopo una lunga strada sterrata tra la ferrovia e un interminabile campo di girasoli, ci sistemiamo all’ostello comunale donativo. Marco decide di tornare a correre e quando torna, doccia e poi a cena nel ristorante di fronte, convenzionato per i pellegrini. Ceniamo con una bella tavolata di pellegrini, tra cui Flip e Matteo, un ragazzo di Sondrio che scopriamo avere una zia nostra compaesana, incredibile!

Tipico paesaggio della Val d’Arbia

Questi primi cinque giorni di cammino ci sono serviti per lasciare casa, o meglio, per lasciare luoghi a noi familiari. Da adesso inizia l’avventura con la scoperta di posti nuovi.

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