Oggi, giovedì 15 agosto, partiamo alle 8 e siamo gli ultimi a lasciare l’ostello, tanto per cambiare! La tappa di oggi ci porta con circa 27 km a San Quirico d’Orcia. Il primo paese che raggiungiamo è Buonconvento, dopo poco più di un’ora; qui facciamo colazione e rifornimenti per il pranzo. Tutti contenti proseguiamo e dopo un po’ ci accorgiamo di essere fuori dalla Via, forse la troppa spensieratezza di stamattina ci fa commettere questi errori. Anche oggi camminiamo sulle dolci colline senesi, tanto dolci quanto prive di alberi che possano ripararci dal forte sole di Ferragosto. Per fortuna ogni tanto passa una nuvoletta che, accompagnata da un lieve venticello, ci dà sollievo. Presso Torrenieri, ormai in Val d’Orcia, ci fermiamo per mangiare i nostri panini, all’ombra di un bell’alberone. Ci rilassiamo e ci addormentiamo perfino. Mancano 7 km a San Quirico d’Orcia e li percorriamo tutti su asfalto, su una strada per fortuna non trafficata, ma senza tregua dal sole. Durante la salita incontriamo Andrea con il figlio, fermi sotto un albero perché il figlio ha problemi di vesciche e difficoltà a camminare. Giunti al paese, ci accomodiamo all’ostello parrocchiale, anche questo costoso per lo spirito pellegrino. Qui incontriamo tutti i pellegrini che ormai vediamo da qualche giorno: Flip, Matteo, Federica e Michela, che sono due ragazze di Lucca, e infine Andrea con suo figlio Francesco. Dopo la doccia e il bucato, facciamo un giro in paese con Flip, ci beviamo una birra insieme e poi noi decidiamo di andare a mangiare una pizza, mentre lui si unirà ad altri pellegrini al ristorante. San Quirico è proprio un bel paesino, ben curato e una posizione privilegiata che si affaccia sulla Val d’Orcia, con Montalcino sul colle di fronte e il Monte Amiata che svetta non molto lontano.

Oggi affrontiamo quella che è la tappa più dura della Via Francigena, così abbiamo sentito dire, perlomeno del tratto che percorriamo noi a questo giro. Quindi ci impegniamo a partire presto, e in effetti alle 6 siamo già in cammino. Vediamo l’alba mentre camminiamo ed è molto emozionante, una sensazione strana farsi trovare già operativi dal sole. Siamo diretti a Radicofani, e la tappa prevede quasi 35 km con un bel dislivello finale. Dopo circa 7 km di cammino incontriamo Vignoni, un borghetto veramente bello sopra Bagno Vignoni, che incontriamo poco dopo con la sua affascinante piscina di acqua termale nella piazza centrale. Questi due piccoli borghi sono gli unici centri abitati che passiamo nella tappa di oggi. Ancora colline, campi di grano, grandi casolari tipici di questa campagna e il Monte Amiata che ci affianca per tutto il tragitto, ci guardano passare incuriositi. Anche in questa tappa troviamo un bel tratto da percorrere su asfalto e i nostri piedi non sono certo contenti. È un continuo saliscendi fino a dove incontriamo un fiume costeggiato da qualche albero che può ripararci, posto perfetto per pranzare. Vediamo passare Andrea, il signore incontrato subito dopo Siena, ma stavolta senza il figlio che per problemi di vesciche ai piedi si è fermato a San Quirico, abbandonando così il suo sogno di arrivare a Roma. Lasciamo il fiume e inizia una imperterrita salita che finirà soltanto a Radicofani; l’acqua nelle nostre borracce inizia a scarseggiare e non c’è traccia di fonte. Finalmente nel punto in cui iniziamo a vedere il paese, qualcuno ha avuto la premura di installare una fontanella di acqua…meglio tardi che mai! Arriviamo in paese e ci sistemiamo all’ostello donativo della Confraternita di San Jacopo, dove troviamo alcuni pellegrini che conosciamo, mentre gli altri sono andati all’altro ostello. L’ostello è molto carino e bravi gli ospitaleri, marito e moglie che per passione dedicano qualche giorno all’anno all’accoglienza pellegrina. Marco, non contento della faticata di oggi, va a farsi la sua corsetta. Prima di cena facciamo il suggestivo rito della Lavanda dei Piedi che la Confraternita usa fare ogni sera ai pellegrini che sostano negli ostelli da essa gestiti. Stasera c’è una festa di paese e la musica finirà a notte fonda, rendendo difficili le prime ore di sonno degli stanchi pellegrini.

Nell’ottavo giorno di questo cammino lasciamo la Toscana ed entriamo nel Lazio, con tappa ad Acquapendente (24,5 km). Oggi per la prima volta dalla nostra partenza camminiamo insieme ad un altro pellegrino: Flip. Come siamo saliti ieri a Radicofani, oggi ne dobbiamo discendere, e lo facciamo percorrendo la Vecchia Cassia. Raggiunta la vallata decidiamo di fermarci all’ombra, su un prato fresco, adiacente a una casa. Oggi il nostro passo è da vacanzieri del cammino, siamo rilassati forse anche troppo e le gambe risentono di questo stato mentale. Ripartiti, dopo poco tempo ci ritroviamo nell’ultimo paesino toscano sulla Francigena: Ponte a Rigo. Da qui fino alla meta odierna il tratto è tutto percorso su asfalto, e ci vede attraversare i primi paesini laziali un po’ lasciati andare; lo notiamo in particolar modo poiché il confronto con l’appena lasciata Toscana vien da sé. Giunti ad Acquapendente, facciamo un tour di questo strano paesone alla ricerca dell’ostello dove dovremo dormire. Si trova proprio in cima al paese, in un bel monastero adibito all’accoglienza pellegrina, dove ad accoglierci ci sono Edoardo, un signore che fa parte degli Hospitaleros Voluntarios, e Suora Amelia. Marco si rilassa mezz’ora e poi va a fare la sua corsa. La cena è in tipico stile Hospitaleros Voluntarios, dove tutti i pellegrini si rendono utili alla buona riuscita del pasto serale. Ceniamo tutti insieme (siamo più di venti pellegrini) e dopo ci rechiamo nel coro della chiesa per fare il rito della Candela, dove ognuno è libero di esprimere e condividere un pensiero sul proprio cammino. Dopo il rito, rigoverniamo piatti e cocci della cena tutti insieme e poi tutti a letto.

È domenica e la nostra camminata di oggi ci porterà a Bolsena, con 23 km. Prima di partire ci riuniamo tutti al di fuori dell’alloggio e ci salutiamo; Edoardo che faceva l’ospitalero qui, oggi finisce il suo mandato e quindi camminerà tre giorni sulla Via Francigena verso sud. Anche oggi partiamo con Flip. Attraversiamo molti campi e fa piuttosto caldo, ma il tempo passa bene tra una chiacchiera e l’altra. Arriviamo a San Lorenzo Nuovo, dove ci riforniamo di panini per il pranzo e facciamo una pausa. Dalla piazza principale del paese iniziamo a scorgere giù in basso, davanti a noi, il Lago di Bolsena. Quindi proseguiamo e, con il lago davanti a noi, lo scenario diventa molto stimolante. Ci fermiamo a mangiare i panini sotto una quercia gigante al bordo di un campo, che ci accoglie con i nostri pisolini. Appena giunti a Bolsena, incontriamo gli altri pellegrini, tra cui Andrea, Matteo, Michela e Federica, e con loro ci fermiamo a bere una birra rinfrescante. Ci dirigiamo poi all’ostello dove ci diamo una sistemata per poi riuscire e incontrare Giulia, la sorella di Marco che per caso è con il suo compagno e la figlia in vacanza proprio da queste parti. Andremo a fare un bagnetto nel lago e poi cena sempre con loro in una pizzeria, ma alle 22.30 dobbiamo rincasare perché, come succede spesso nei dormitori gestiti dalla chiesa, altrimenti ci chiudono fuori, le regole sono queste.

Siamo al nostro decimo giorno di cammino; oggi arriviamo a Montefiascone con 22 km percorsi su un itinerario molto carino. Inizialmente il sentiero è nel bosco e fiancheggia un ruscello, ottimo per rinfrescarsi i piedi. Poco prima di giungere a Montefiascone incontriamo gli altri pellegrini, fermi a riposare in un luogo fresco e rilassante, quindi decidiamo di fermarci anche noi e fare due chiacchiere. Ormai da qualche giorno abbiamo fatto un po’ gruppo, anche perché siamo sempre i soliti e inevitabilmente ci ritroviamo spesso sul cammino e alloggiamo insieme alla sera. Tra l’altro, parlando con Edoardo scopriamo che lui aveva seguito il nostro pellegrinaggio Tavarnelle-Santiago su ChiocciolaFelix e questo ci fa davvero sorridere; ci aveva anche scritto una mail riguardante un articolo pubblicato durante il cammino, ma noi non gli avevamo mai risposto e adesso è giunta l’ora di rispondergli. Edoardo le ha trovate tutte per avere risposta alla sua domanda, strane coincidenze capitano sul cammino! Dopo aver pranzato col gruppo nella cittadina, loro si fermano, noi invece proseguiamo perché avevamo già programmato di alloggiare in un ostello che è circa 4 km oltre Montefiascone. Preferiamo camminare oggi questi km invece che domani, dato che tenteremo di fare due tappe in una, approfittando di due tappe corte da poter unire in una giornata, così da arrivare a Roma di sabato. Si unisce a noi anche Edoardo, con lui parliamo molto e parliamo di cose interessanti, ci troviamo d’accordo su molti argomenti e si crea insomma una bella sintonia. Saliamo insieme sulla torre della Rocca dei Papi, un punto panoramico incredibile, dove c’è una vista a 360° sul Lago di Bolsena, i monti dell’entroterra, a ovest si vede perfino il mare! Tra un discorso e l’altro giungiamo all’ostello; si tratta della casa di una coppia di signori, Immacolata e Franco, il cui piano terra è adibito a ostello per pellegrini. Il posto è veramente carino e loro ci mettono subito a nostro agio. Purtroppo è già tardi quindi Marco va “di corsa” a fare la sua corsa, il tempo di fare una doccia rapida, ceniamo e infine tutti a riposare.

Altri cinque giorni di cammino verso Roma, da Ponte d’Arbia a Montefiascone. Abbiamo cambiato regione e lo notiamo anche dal dialetto delle persone che abitano questi luoghi, che giorno dopo giorno sfuma ma è sempre simile a quello del giorno prima.