Ripartiamo da poco dopo il Montalto, altri due giorni di Casentino e poi entreremo nel Mugello (link). Il posto dove abbiamo dormito stanotte è veramente bello, non possiamo chiedere di più. Appena venti minuti di cammino e incontriamo un altro bivacco nel bel mezzo del bosco. Sono in quattro, tre ragazzini sui 13 anni e un signore; stanno facendo il sentiero 00 da Reggio Emilia, dove abitano. Ci dicono che è già il secondo anno che spendono le loro vacanze così e che, camminando dieci giorni all’anno, vorrebbero arrivare fino in Calabria seguendo tutta la cresta dell’Appennino: “bel progetto”, ribattiamo. Ci offrono un tè caldo e i ragazzi vanno a prenderci dell’acqua ad una sorgente lì vicino, dato che non ne abbiamo molta e le sorgenti da queste parti non pullulano. La chiacchierata e il tè ci caricano, e ci fa molto piacere incontrare persone che come noi popolano questi boschi. Durante il cammino di oggi vediamo molti abeti e pini buttati giù dal vento, così dobbiamo fare lunghi slalom per farci strada e poter avanzare. Non possiamo non riflettere sul vento e la forza che ha avuto per buttare giù questi giganti. Basta poco per raggiungere il Passo dei Mandrioli (1173 m s.l.m.) e altri cinque chilometri per Badia Prataglia. Questi boschi sono bellissimi, ci sono abeti giganteschi che ci fanno sentire minuscoli, ma allo stesso tempo protetti; quando non ci sono gli abeti ci sono i faggi, che danno all’aria un tocco di magia, quasi fiabesco. Badia Prataglia è un bel paese (835 m s.l.m.), grande abbastanza da offrire dei servizi. Anche qui, come a Chiusi della Verna, facciamo un super-pranzo; sono quei pranzi semplici, ma che ci rimangono nella memoria più di una cena al ristorante. Stiamo qui per un bel po’, la nostra meta oggi è vicina. Parliamo con la gente del posto in un bar, che per qualche istante ci fa sentire di casa.

L’allegra combriccola sul Passo dei Mandrioli (1173 m s.l.m.)
Stanotte abbiamo dormito in un campeggio, su un comodo materasso dentro una tenda. A volte ci vogliono dormite comode, ma anche docce che ti fanno ricaricare le batterie, per non parlare del vicino ristorante che prepara piatti deliziosi. Presi dal comfort partiamo tardi, come se durassimo fatica a lasciare tutto questo. Il sentiero di stamattina è tutto nel bosco, con i soliti alberi che accompagnano ogni nostro passo. Saliamo e scendiamo come al solito, accarezzando con i nostri piedi il crinale di questi piccoli monti alberati. Oggi non siamo soli, incontriamo molte persone che camminano nel senso opposto al nostro, molte delle quali partite dal Passo della Calla e dirette al vicino Eremo di Camaldoli. Vedere il sentiero così popolato e vivo ci fa davvero piacere. Arriviamo al Passo della Calla (1296 m s.l.m.): da ora per un bel po’ i Passi saranno l’unico modo di rifornirci di cibo, a parte qualche eccezione. Al piccolo rifugio che si trova sul Passo è un continuo via vai di persone: motociclisti, camminatori o semplici passanti. Da qui dobbiamo solo salire in una splendida faggeta, facendo circa 300 m di dislivello in tre chilometri. Prima di arrivare alla nostra meta, sfioriamo le cime del Monte Falco e del vicino Monte Falterona, da dove nasce il Fiume Arno. Stanotte bivacchiamo accanto a un rifugio, che può darci qualcosa di buono e sostanzioso da mangiare.

Un raro caso fino ad ora, dove il bosco viene sostituito da prati erbosi, 3 km dopo il Passo della Calla.
Benvenuto Mugello…
Con la tappa di oggi lasciamo il Casentino ed entriamo nel Mugello. Ci alziamo, facciamo colazione e smontiamo il bivacco. Oggi è uno di quei giorni dove le gambe sono da considerarsi un peso, come lo zaino. Siamo lenti, dobbiamo fare poco più di nove chilometri per fare una pausa e mangiare qualcosa, e non vediamo l’ora di arrivare. Per fortuna oggi in qualche occasione il bosco si fa da parte, mostrandoci le vicine e piccole montagne alberate, con casolari e paesini incastonati in esse. Piano piano riusciamo ad arrivare al Passo del Muraglione (907 m s.l.m.), dove facciamo una pausa molto differente dalle solite pause a cui siamo abituati. Questo Passo è veramente pieno di moto, arrivano e partono di continuo, così ci prendiamo una pausa anche dal silenzio e dalla quiete dei boschi; il Passo segna anche il confine tra Casentino e Mugello. Dopo un povero ma gustoso pranzo, ripartiamo e ci immergiamo nel bosco; incontriamo alberi caduti in molti punti del sentiero e a volte siamo in seria difficoltà a seguire il nostro cammino. Dopo aver allungato la strada di ben sette chilometri a causa di un errore, un po’ arrabbiati e un po’ stanchi, ci fermiamo nel bosco per la notte.

Il bosco ci mostra quello che di solito nasconde
Un’altra dura giornata
Anche stamattina il morale è ai minimi storici. Facciamo la solita colazione e ripartiamo in direzione Passo della Colla, che dista da qui circa 18 km. Il sentiero che affrontiamo non è proprio il massimo, anche se non sappiamo se sia veramente così o la nostra percezione lo rende poco piacevole ai nostri occhi. Camminiamo per molti tratti in stretti, strettissimi sentieri fra felci, ortiche e rovi; molto probabilmente un tempo queste radure erano pascoli, mentre adesso sono ricoperte da vegetazione spontanea. Cammina, cammina e bevi, bevi finisco l’acqua, e qui non c’è niente dove possa ricaricare la mia sacca. Fortuna vuole (anche se fortuna è riduttivo) che due ragazzi di passaggio per un trekking giornaliero ci donino mezzo litro d’acqua bella fresca, una tra le più buone mai assaggiate 😉 . Ce la facciamo ad arrivare al Passo della Colla (913 m s.l.m.), stanchi ma felici; pranziamo, beviamo e ci rilassiamo per un bel po’. Anche su questo Passo i protagonisti sono i motociclisti, che con le loro moto lo rendono vivo e rumoroso. Dobbiamo ripartire, questa pausa ci ha rimessi al mondo, altri 11 km per arrivare al Passo del Giogo, dove una bella doccia e un bel materasso ci aspettano. Anche i tuoni che sentiamo ci aiutano a metterci in marcia; tuona ma non piove, e la strada che facciamo fino al Passo del Giogo (882 m s.l.m.) è una meravigliosa strada forestale, che ci fa ritrovare il piacere del cammino.

Paesaggi appenninici prima del Passo della Colla
La pioggia nella notte ha rinfrescato l’aria
Siamo al 9° giorno: stanotte è piovuto, l’aria si è rinfrescata e il cielo si è popolato di molte nuvole. Dopo una colazione finalmente sostanziosa ci mettiamo in cammino. Partiamo in direzione del Passo della Futa con l’intenzione poi di superarlo. Il sentiero sale subito e anche molto rapidamente, l’aria è umida e la nebbia è a tratti molto fitta. Anche oggi in molti casi camminiamo in radure e ci dobbiamo fare strada tra felci, ortiche e rovi; camminare così per molto ti toglie il sentimento. Dopo circa due ore di cammino, finalmente il sole fa capolino, diradando la nebbia e facendoci vedere il cielo. A metà itinerario di oggi la G.E.A. si unisce alla ben più famosa Via degli Dei, che da Bologna porta fino a Firenze o viceversa. Qui incontriamo una coppia di ragazzi che vive a Firenze; partiti proprio da questa città, hanno come meta Bologna. Quindi camminiamo e parliamo con loro per circa un’ora, prima che le nostre strade si dividano. Nell’ultimo tratto prima del Passo della Futa, tuoni e nuvoloni neri ci avvertono dell’imminente arrivo della pioggia. Per fortuna dobbiamo fare solo gli ultimi dieci minuti sotto l’acqua, prima di arrivare al Passo dove faremo una lunga sosta. La pioggia non cessa di cadere, quindi decidiamo di trasformare questa lunga sosta in una fermata, piazzando la tenda nel vicino giardinetto lungo la strada, ma solo dopo averlo chiesto ai proprietari del terreno, che sono i soliti del bar-ristorante sul Passo della Futa (903 m s.l.m.).

La nebbia nella faggeta, tempo brutto ma molto bello
Oggi è giorno di visite
Ci alziamo e come oramai un mantra che ripetiamo tutti i giorni, smontiamo e ripieghiamo la tenda (fradicia per la pioggia della notte). Ripartiamo dal Passo della Futa in direzione Montepiano. Siamo particolarmente felici perché oggi una coppia di cari amici viene a trovarci per camminare qualche oretta con noi; con loro abbiamo fissato sul Passo della Crocetta. Camminiamo sempre nei boschi, fa fresco e il terreno è umido dopo le piogge di ieri e stanotte. Con questa tappa, che a tratti si affaccia seppur in lontananza sul Lago di Bilancino, entriamo nella provincia di Prato, lasciandoci alle spalle il Mugello. Arriviamo sul Monte Citerna (958 m s.l.m.): esattamente sotto ai nostri piedi passa una Galleria dell’Autostrada A1 che vediamo serpeggiare se guardiamo oltre gli alberi. Siamo nel bel mezzo di un bosco, un bel bosco, e a due passi da noi ci sono macchine che sfrecciano a più di cento all’ora…due luoghi vicini fisicamente, ma lontani nello spirito. Dopo circa 2/3 ore di cammino, ci ricongiungiamo con i nostri amici che ci stanno venendo incontro. Ci salutiamo calorosamente, siamo felici di vederli e di camminare con loro per un tratto di G.E.A.. Arriviamo a Montepiano (700 m s.l.m.), il primo paesino in provincia di Prato, qui facciamo un pausa per pranzo e ci rilassiamo un po’; è pure uscito il sole. Belli carichi ripartiamo direzione bosco. Dopo circa trenta minuti ci salutiamo con Alessandro e Melissa che devono tornare indietro dove hanno lasciato la macchina per poi tornare a casa. Questa piacevole visita ci ha fatto bene. Iniziamo la salita nel bosco, ed affrontiamo continui sali-scendi a cui ormai l’Appennino ci ha abituati. Ci fermiamo in una radura, un posto molto bello dal quale si scorgono anche le prime cime nude, l’Appennino quello “vero” dove arriveremo tra un paio di giorni.

Il “Lago di Montepiano” e noi con Alessandro e Melissa
Sei giorni di cammino dove lasciamo i bellissimi e magici boschi del Casentino per entrare nei più ardui e selvaggi boschi del Mugello. Il cammino nel Mugello ci è piaciuto meno, forse perché abituati ai sentieri belli e puliti del Casentino. Molte volte abbiamo dovuto camminare facendoci spazio tra felci, ortiche e rovi. Ma siamo fiduciosi, tra pochi giorni arriveremo sulle alte vette dell’Appennino, dove i nostri occhi finalmente potranno guardare l’orizzonte lontano e noi potremo fare grosse scorpacciate di panorami.
Marco & Chiara (ChiocciolaFelix)