Il tredicesimo giorno partiamo da Cassio, diretti a Fornovo di Taro. Sono 21 Km, i primi 8 composti da molti sali-scendi, molto faticosi, per poi continuare in una discesa infinita nel tratto centrale e infine tutto in pianura fino alla meta. A Fornovo alloggiamo presso le stanze messe a disposizione dalla Chiesa, molto fatiscenti ma utili per dormire. Qui conosciamo Herbert, un simpatico/bizzarro tipo tedesco, che sta andando a Roma da Canterbury. Con lui abbiamo fatto delle lunghe chiacchierate, anche perché ceniamo insieme in una pizzeria di Fornovo. Prima di andare a letto le ultime parole che dice sono: “Io non russo, poi la mattina mi alzo presto ma non mi sentirete nemmeno”… infatti ha russato tutta la notte e appena pronto per partire, alle 3.30 di notte, torna in camera e accende la luce perché non trova il sacchetto del sacco a pelo. A ripensarci ci viene da sorridere.

Panorama mozzafiato appena dopo Cassio.

Panorama mozzafiato appena dopo Cassio.

Il giorno 14 la nostra meta è Costamezzana. Dopo la nottata orrenda (perché oltre a Herbert che russava, un vento fortissimo si abbatteva su tutta la valle del fiume Taro) è dura partire. Tra l’altro tira ancora molto vento, infatti sul ponte che attraversa il Taro duriamo fatica a camminare, il vento è talmente forte che a volte ci sposta. Superato il paese di Medesano cominciamo ad attraversare le dolci colline emiliane, dove rimaniamo stupiti dalla bellezza dei paesaggi. Arriviamo a Costamezzana stanchi e doloranti. In questo paese abbiamo conosciuto persone molto gentili e interessate al nostro pellegrinaggio: uno è il proprietario della trattoria che fa di tutto per metterci a nostro agio; un altro è un ragazzo con cui abbiamo scambiato due parole bevendo una birra… Dopo averlo salutato, scompare per trenta minuti e ritorna con 300g di Parmigiano Reggiano biologico e prodotto da lui, perché Chiara gli aveva dichiarato l’amore che nutre nei confronti di tale formaggio…senza parole, non sappiamo come ringraziarlo! Sicuramente avremo un bel ricordo di questo posto.

Il paesaggio collinare tra Fornovo e Costamezzana.

Il paesaggio collinare tra Fornovo e Costamezzana.

Il 18 Giugno finalmente riusciamo a partire presto, diretti verso Fiorenzuola d’Arda. Da oggi potremo camminare sulla famigerata Pianura Padana. Non che l’idea ci entusiasmi molto, ma solo perché tutti ce l’hanno descritta con queste tre parole: zanzare, caldo e risaie. Con nostra grande sorpresa questa prima tappa in Pianura non ci ha fatto assolutamente questo effetto. Abbiamo attraversato qualche paesino su asfalto ma abbiamo camminato anche attraverso campi immensi, coltivati a grano, granoturco, pomodori e patate: distese infinite che a dirlo non rende l’idea.

Giorno 16, Fiorenzuola d’Arda – Piacenza (27,8 Km). Nella parte iniziale, immersi nei campi coltivati, dobbiamo attraversare un torrente molto fangoso, largo circa 10 m, con l’acqua che nel punto più alto sembra arrivare sopra alle ginocchia (a volte la Via Francigena sa essere wild). Dopo circa 15 minuti che pensavamo a come poter fare, qualcuno, non sappiamo chi, ci manda in soccorso un bel pick-up (e fino ad allora per quella strada non era passato nessuno!) che senza tanti complimenti ci fa salire sul retro e attraversiamo così il fiumiciattolo senza problemi. Da qui l’asfalto domina per quasi tutto il cammino: 17 Km di strade asfaltate dove le macchine hanno un ritmo completamente opposto al nostro. Arriviamo a Piacenza e dopo averla attraversata quasi tutta, troviamo l’ostello dove passeremo la notte.

Noi e il Duomo di Piacenza

Noi e il Duomo di Piacenza

Tappa 17. Partiamo da Piacenza molto eccitati, perché finalmente attraverseremo il Po in barca per poi entrare in Lombardia, e contenti anche del fatto che lasciare l’Emilia forse ci farà risparmiare un po’ di soldi, visto che 6 giorni qui son costati quanto 10 in Toscana. Il primo tratto è un’infinita strada dritta con le solite macchine che ricominciano la settimana lavorativa. Poi proseguiamo lungo il fiume Trebbia che ci toglie dal traffico. Camminiamo anche lungo il Po; per noi è un onore essere a due passi dal fiume più lungo d’Italia, quel fiume che abbiamo sempre e solo visto dal ponte dell’autostrada. Arrivati sulla riva del fiume veniamo accolti malamente dal signore che ci doveva trasportare dall’altra parte. Il motivo è perché non abbiamo chiamato prima per fissare, ma noi non sapevamo che fosse “obbligatorio”. L’unica soluzione che ci prospetta è di aspettarlo lì all’incirca tre ore e noi così facciamo. Attraversato il Po, in 45 minuti arriviamo ad Orio Litta, dove dormiamo all’ostello comunale, molto carino.

Il 21 Giugno partiamo da Orio Litta. La cosa che abbiamo notato subito appena sbarcati in Lombardia attraversando il Po, è il caldo umido, infatti questa tappa per noi è faticosa. Arriviamo a Belgioioso verso le 15.00. In paese incontriamo un signore francese che non sa dove andare a dormire, allora lo invitiamo a seguirci all’ostello dove siamo diretti. Arrivati a destinazione, ci rendiamo conto che l’ostello (Saman) è una comunità per tossico-dipendenti e mette a disposizione soltanto 2 posti letto, quindi ci stringiamo un po’ nella stanza e lui dorme in terra. È stata una bella esperienza, abbiamo parlato con gli ospiti della comunità condividendo le nostre storie.

Il diciannovesimo giorno la nostra tappa è Gropello Cairoli. Dobbiamo camminare per circa 33 Km…sono tanti e il primo tratto è tutto su asfalto. Arriviamo a Pavia verso l’ora di pranzo, mangiamo, ci riposiamo e ripartiamo con ancora 16 Km alla meta. A parte il primo tratto lungo il fiume Ticino, il resto lo facciamo sotto un sole tremendo, mai sentito prima, così che al paese successivo dobbiamo fare una pausa per riprenderci un po’, a circa 5 Km da Gropello Cairoli. Arriviamo a Gropello stanchi come poche volte e alloggiamo nelle stanze messe a disposizione dalla Parrocchia. Con noi c’è una coppia di tedeschi molto simpatici, con la quale abbiamo cenato.

Risaie e sole in Pianura, tra Pavia e Mortara.

Risaie e sole in Pianura, tra Pavia e Mortara.

Tappa 20: Gropello Cairoli – Mortara. Partiamo da Gropello un po’ tardi, ancora stanchi dal giorno precedente. Il primo paese che attraversiamo è Garlasco, il secondo Tromello, dove decidiamo di fare una lunga sosta per ristorarci, poi ripartiamo con il sole che ci cuoce pian pianino. Fa veramente caldo in questi giorni, e in pianura il sole lo prendi tutto il giorno, perché non ci sono rilievi che prima o dopo una certa ora ti proteggano dal caldo, e se casomai trovi un po’ di ombra devi scappare dalle zanzare. La tappa di oggi è caratterizzata da strade lunghe e dritte, contornate da risaie infinite alternate a poche coltivazioni di granturco. È interessante vedere la canalizzazione dell’acqua, essenziale a queste colture…un paesaggio particolare e monotono, ma che comunque ha il suo perché. Giunti alle porte di Mortara, alloggiamo all’Abbazia di Sant’Albino, il migliore ostello per ora trovato, un’accoglienza strepitosa.

Ed eccoci a oggi, il 21° giorno di cammino. Arriviamo a Palestro, ultima tappa lombarda a 11 Km da Vercelli, città dove la Via Francigena si divide, tra quella che va a nord sul Gran San Bernardo e quella che va a ovest, meno trafficata dai pellegrini, diretta sul Passo del Monginevro (che noi percorreremo). Oggi è uguale a ieri: ovunque ci giriamo vediamo risaie e il caldo umido ci affatica molto. Diciamo che questo punto del cammino ci sta temprando per il resto del viaggio. Alloggiamo all’ “Ospitaliere Torre Merlata” a Palestro, un posto incantevole, gestito da Ambra Castellani e suo marito Paolo, due persone fantastiche che credono nelle proprie idee.

Da Cassio a Palestro, due regioni e 230 Km. Il paesaggio è cambiato molto: le montagne hanno lasciato il passo alle colline e poi alla pianura. Una delle cose belle di questo viaggio è che puoi conoscere storie di persone che come noi, camminando, si muovono lentamente per raggiungere la propria meta. Nessuno mai è indisposto, quando ci vediamo ci riconosciamo subito come se fossimo gli unici a capire quello che stiamo facendo.

Marco&Chiara

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